La ricetta che farà appiattire la tua esperienza professionale (come piace ad alcune Società di Selezione) e il modo con cui puoi cambiare le regole del gioco
Nota. Quando gli autori fanno riferimento a “Società di Selezione” o simili, non intendono assolutamente riferirsi a tutta la categoria bensì solo a quella parte che opera in maniera scorretta e poco professionale.
Per alcune Società di Selezione, i Curriculum Vitae standard ideali che ricevono devono essere come gli hamburger: tutti uguali nella loro forma schiacciata, veloci da cucinare, facili da masticare perché sono già frullati, semplici da digerire per dimenticarsi presto di loro. Non hanno molto sapore? Fa nulla, basta aggiungere un po’ di salsa.
Ecco la ricetta imposta da alcune Società di Selezione per preparare il “Curriculum Vitae Hamburger” che facilita la vita del selezionatore e che cancella ogni possibilità di essere notato per le tue caratteristiche migliori.
Scarta la carne migliore e usa solo muscoli e frattaglie.
Scegli cosa mettere dentro al tuo Curriculum Vitae. Scarta il racconto di tutti i progetti a cui hai partecipato, i tuoi casi di successo, i risultati personali e aziendali, la tua riconosciuta capacità di raggiungere i risultati prima degli altri e preferisci i tuoi dati anagrafici, l’elenco delle aziende in cui hai lavorato, i tuoi hobby e passioni, il tuo percorso di studio, ecc.
Frulla tutto.
La materia con cui preparerai il Curriculum Vitae hamburger deve essere morbida da masticare da chi non ha voglia di impegnarsi troppo per cui frulla tutto in una massa pastosa fatta di parole semplici e concetti non troppo dettagliati.
Peso standard.
Il peso del tuo Curriculum Vitae deve essere standard per tutti i candidati: grande esperienza o neo laureati, posizioni manageriali o funzioni operative, lavori di concetto o professionisti. Hai tanto da raccontare e non riesci a stare in massimo 2 paginette? Taglia tutto, hai forse visto al supermercato confezioni di hamburger di diverse dimensioni?
Forma standard.
Schiaccia tutto e sagoma nella forma tipica dei Curriculum Vitae hamburger. Usa lo stesso sistema di impaginazione: prima i tuoi dati anagrafici, poi il percorso di studio con tanto di istituto e voto finale, l’elenco delle aziende con le date di inizio e fine del rapporto rigorosamente in ordine inverso, gli hobby ma solo quelli che ti fanno sembrare una persona “normale”.
Va a farti friggere senza fare storie.
Finalmente il tuo Curriculum Vitae hamburger ha raggiunto lo standard? Spediscilo senza cercare nell’annuncio di lavoro troppi dettagli: retribuzione, progetti a cui dovrai partecipare, strategie per il futuro e qualsiasi altra cosa che possa farti capire se stai per candidarti per l’azienda migliore della tua vita o quella che si trasformerà nel tuo peggiore incubo. Tanto chi ha scritto il testo non conosce le risposte.
Passa il controllo di qualità.
Sei troppo vecchio? Troppo giovane? Vivi lontano dal posto di lavoro? Sei sposata ma senza figli? Non hai il migliore titolo di studio? Non hai tutti (ma proprio tutti) i requisiti richiesti? Un programma informatico o uno stagista appena preso in prova, getterà il tuo indigesto Curriculum Vitae hamburger giù nel cassonetto.
Spera che sia servito caldo.
Il tuo Curriculum Vitae supera il controllo iniziale, ma chi mangerebbe un hamburger freddo? Il selezionatore deve finire il giro di tutti i Curriculum Vitae, verificare se le candidature sono coerenti con le politiche della sua azienda, cercare altri clienti per altri lavori, valutare le sue priorità… (nel frattempo il datore di lavoro ha cambiato idea).
Tutta questa catena di montaggio che le Società di Selezione ti abituano a usare quando scrivi il tuo Curriculum Vitae, ha un grosso problema: il datore di lavoro che per te dovrà spendere grosse cifre tra stipendio, contributi e tasse si aspetta un costosissimo filetto alla Wellington alto due dita servito in un ristorante di lusso e non un hamburger insipido preso al volo in un fastfood.
Esito: l’hamburger della tua candidatura verrà riportato in cucina e al datore di lavoro rimarrà solo di ordinare un altro piatto andando a sceglierlo altrove probabilmente tra chi nel frattempo ha inviato la sua candidatura direttamente saltando la catena di montaggio che tu invece sei stato costretto a subire.
Uno degli aspetti più importanti di creare un colloquio diretto con il datore di lavoro è che il gusto del tuo reale valore arriverà senza filtri a chi ha tutto l’interesse a volerlo scoprire. Nessuno ti obbligherà a scartare le tue parti migliori solo perché fa comodo che tu sia uguale agli altri per facilitare il lavoro di selezione. Sarai realmente tu!
Come fare?
A quanto il lavoro sia il più grande status symbol di oggi. Tra l’averlo e il non averlo c’è un fossato profondo, e poco importa se sei fuori perché una multinazionale con sede in Uzbekistan ha deciso di chiudere la filiale italiana, o se la tua azienda è stata comprata da un fondo di investimento olandese.
Comunque sei troppo giovane o troppo vecchio, con troppa o troppo poca esperienza.
Succede, nel mercato del lavoro, quello che sta accadendo negli altri settori: c’è un progressivo abbassamento del livello verso il basso: il cibo, i programmi televisivi, la pseudo-divulgazione, etc., tutto al ribasso.
E come la mia quasi omonima Paola, la ricerca è costellata di “perle” da raccontare, che però fa male
sentirsi dire.
Claudio, quando ero all’inizio della mia carriera professionale, sentii da un importante manager la seguente frase: “il lavoro bisogna cercarlo prima di averne bisogno”. Ci misi molto a capire il valore di questo semplice ma importante consiglio. Il metodo che sta alla base della Lettera di Colloquio Diretto ne è una diretta espressione.
Perdo il lavoro a 52 anni dopo un passato pieno di esperienze e successi come responsabile e poi come imprenditrice. Mi sono violentata a scrivere il curriculum ma l’ho fatto perché di lavorare ne ho bisogno. Mando il curriculum e chiamo la società di ricerca personale dopo qualche giorno per sapere se lo hanno letto. Una persona che non avrà avuto più di 25 anni mi dice di non chiamare più perché loro lavorano e non hanno tempo da perdere a rispondere al telefono. Evito di replicare e penso alle cose più belle che ho.
Oggi leggo il tuo solito articolo del lunedì e capisco quanto in basso queste persone cercano di spingerci. Io non sono disposta!
Grazie per il tuo impegno.
Paola.